domenica 24 maggio 2020

La cannabis: una pianta straordinaria


La cannabis, o meglio canapa, è una pianta ben nota per essere usata come sostanza stupefacente. In realtà gli utilizzi e le applicazioni della canapa sono tantissimi ed è per questo considerata da molti una pianta "miracolosa". I campi di utilizzo sono svariati: da quello industriale (tessile, carta, combustibili, plastica) a quello medico e veterinario. Insomma, le proprietà di questa pianta sono davvero straordinarie perchè applicabili a tantissimi campi. In questo articolo intendo affrontare la questione con la massima onestà intellettuale e scientifica, mettendo a disposizione tutta la conoscenza attuale sulla canapa.

Il proibizionismo

Nonostante da molte persone la cannabis è conosciuta esclusivamente come una droga, meglio nota con il nome di marijuana, essa è in realtà una pianta di cui non vengono sfruttate, o vengono sfruttate poco, le svariate proprietà. Questo è dovuto al fatto che la cannabis, in Italia e in molti paesi, è una pianta illegale, ovvero ne è vietata dalla legge la coltivazione.
Nel 1937 negli Stati Uniti il presidente Roosevelt firmava il Marijuana Tax Act, una legge emanata dal congresso degli Stati Uniti che, di fatto, impediva la coltivazione di canapa a qualsiasi scopo, anche medico. La legge non vietava espressamente la coltivazione della canapa ma rendeva improponibile a livello economico
Lo speciale bollo «Producer of Marihuana», risalente al luglio 1945.
la coltivazione e l'uso della pianta, introducendo una tassa su qualsiasi transazione commerciale riguardante la canapa e derivati. Non solo, nei due anni precedenti all'approvazione della legge c'è stata una campagna mediatica contro la pratica di fumare cannabis, con la diffusione di quelle che oggi chiamiamo fakenews, ovvero notizie false e diffusione di argomenti privi di fondamento scientifico. Ebbene si, il governo e le istituzioni americane hanno portato avanti una campagna diffamatoria contro la cannabis diffondendo terrore e allarmismo tramite argomenti e notizie false. Questo non è complottismo, come alcuni direbbero per banalizzare, è storia, ed è disponibile
          Annuncio pubblico distribuito dal 1935 
in moltissimi libri e siti internet affidabili. La campagna consisteva in articoli di giornale, manifesti e pubblicità in televisione in cui si affermava che chi fumava cannabis diventava violento, talvolta con istinti omicidi e che, più in generale, la cannabis può causare la morte. Come vedremo nel paragrafo successivo, non c'è nulla di più falso e la letterattura medico-scientifica ha poi, nel corso degli anni, sfatato questo falso mito della "cannabis-killer".
Per quale motivo è stata messa in atto questa campagna diffamatoria ed è stata approvata questa legge che minava a scoraggiare la coltivazione della canapa? Per molti, e tutto sembra suggerire che sia così, la ragione consisteva nel voler eliminare un "nemico" delle nascenti industrie chimico-petrolifere: la canapa rappresenta, infatti, una materia prima alternativa per tale settore. Forse, a vedere come sono andate le cose con i cambiamenti climatici e l'inquinamento dell'aria, sarebbe stato meglio che queste industrie non si fossero sviluppate a discapito della cannabis, ma è un mio personale pensiero. Certo è che la maggior parte degli scienziati, oggi, ci mette in guardia dai cambiamenti climatici, i quali hanno avuto inizio proprio quando le industrie del petrolio hanno avuto il sopravvento sulla cannabis. Oggi, infatti, siamo costretti a trovare un alternativa al petrolio e ai suoi derivati a seguito di svariati disastri ambientali causati dall'estrazione, dal trasporto, dalla combustione e dall'utilizzo in genere, del petrolio.

Effetti dell'assunzione di cannabis

Per quanto riguarda gli effetti che la cannabis ha sull'uomo bisogna subito fare una precisazione: a differenza di quasi tutte le sostanze come alcool, cocaina, eroina, metanfetamine, anfetamine ecc, la cannabis non provoca over-dose. Significa che non esiste la "dose letale" quando si assume cannabis. Non si può morire assumendo cannabis, ecco perchè è distinta, seppur in maniera superficiale, come droga leggera, a differenza di eroina e cocaina, ad esempio, che sono considerate droghe pesanti. L'alcool, invece, che può provocare la morte e il coma etilico (quindi over-dose) come tutti sappiamo non solo non è considerata una droga, ma è perfino legale ed acquistabile da qualsiasi maggiorenne. C'è una famosa battuta che recita più o meno così: l'unico modo per morire di cannabis sarebbe essere travolti da una tonnellata di cannabis che cade dal decimo piano. Una battuta che rende sicuramente l'idea. 
Un'altra cosa fondamentale quando si parla di assunzione di cannabis è che questa non crea dipendenza. A questo proposito bisogna specificare, però, che per dipendenza si intende un vero e proprio stato fisico. L'eroina, come la cocaina, causano nell'assuntore uno squilibrio fisico tale per cui, al mancare dell'assunzione della sostanza, scattano le famose crisi di astinenza.  L'astinenza consiste nel fatto che il corpo richiede l'assunzione della sostanza. Le astinenze sono caraterizzate da dolori muscolari e ossei, vomito e altri sintomi che svaniscono una volta assunta nuovamente la sostanza. Con la cannabis non accade niente di tutto questo, ecco perchè si dice che non crea dipendenza. Come le sigarette, o l'alcool, però, può diventare sicuramente un vizio e creare un altro tipo di dipendenza: quella psicologica, creando stati d'ansia o iperattività, qualora si smettesse bruscamente l'assunzione. Ecco perchè non va sottovalutato questo aspetto ma, allo stesso tempo, rientra nelle logiche di equilibrio che ogni essere umano dovrebbe ricercare.
Generalizzando, l'effetto della cannabis è rilassante, talvolta anche euforico a seconda delle varietà. Inoltre stimola l'appetito e, più in generale, tutti i sensi. 

Appurato, quindi, che non si può morire di cannabis e che essa non crea dipendenza, scopriamo quali sono le sostanze psicoattive presenti al suo interno e quali sono le parti della pianta che si utilizzano nei vari settori. 

Infiorescenze di cannabis

L'infiorescenza della cannabis è quella parte della pianta che viene usata in ambito medico e per scopo ricreativo o ludico. Anche il polline, detta resina, viene utilizzato in entrambi gli ambiti di assunzione. Il fiore della pianta, una volta lasciato essiccare, può venire fumato in una sigaretta (definita anche "canna") o ingerito assieme a del cibo. In ambito medico, come vedremo nel paragrafo successivo, la cannabis viene ingerita sotto forma di olio (estratto di resina) oppure vaporizzando le infiorescenze e inalandone i vapori, che è un po come fumare ma senza la
Infiorescenze di cannabis
combustione, che può portare dei rischi per i polmoni come il fumo del tabacco. La cosa interessante è che in ambito ricreativo la cannabis viene assunta così com'è, al naturale. Non esistono laboratori che sintetizzano cannabis, essa è una sostanza del tutto naturale, a differenza di tutte le altre droghe presenti nel commercio illegale. E' un fiore, una resina, nulla di più. Una sostanza già presente in natura che per formarsi richiede solo terra, acqua e Sole. 
La principale sostanza psicoattiva presente nei fiori e nella resina si chiama delta-9-tetraidrocannabinolo, meglio noto come THC. Un'altra sostanza nota presente nella cannabis, che non ha effetti psicoattivi, è il cannabidiolo, meglio noto come CBD. Entrambe le sostanze fanno parte della famiglia dei cannabinoidi, sostanze cioè che interagiscono con i recettori cannabinoidi presenti principalmente nel nostro encefalo. La presenza dei recettori cannabinoidi nel corpo umano è stata inoltre individuata, ma con minore densità, anche nei polmoni, nel fegato, nei reni e nelle cellule dell'apparato riproduttivo sia maschile che femminile. Ecco come avviene la magia! Le sostanze presenti nella cannabis interagiscono con recettori presenti nel nostro corpo, causando svariati effetti.

Uso medico della cannabis

Le più importanti patologie che si possono trattare con l’infiorescenza della cannabis sono: 
  • Disturbi che coinvolgono la spasticità con dolore (sclerosi multipla, lesioni al midollo spinale)
  • Nausea e vomito (risultante dalla chemioterapia, radioterapia e terapia combinata per l’HIV ed Epatite C) 
  • Dolore cronico (in particolare dolore neurogenico) 
  • Sindrome di Gilles de la Tourette, 
  • Trattamento palliativo del cancro e dell'AIDS 
  • Glaucoma resistente 
  • Stimolazione dell'appetito in pazienti affetti da cancro o HIV 
  • Epilessia 
  • Fibromialgia 
  • Malattie infiammatorie croniche intestinali ( morbo di Crohn, colite ulcerosa )
  • Cancro alla prostata, cervello seno e polmoni 
  • Leucemia 
Attulmente in commercio in Italia ci sono cinque tipi di cannabis distinte a seconda della famiglia del vegetale da cui sono tratte:
  • Cannabis varietà Bedrocan con un titolo del 19-22% in THC e meno dell1% in CBD
  • Cannabis varietà Bedrobinol titolata in 12% in THC e meno dell1% in CBD
  • Cannabis varietà Bediol con il 6% in THC ed il 7,5% in CBD 
  • Cannabis varietà Bedrolite con il <1% in THC e circa il 9% in CBD 
  • Cannabis varietà Bedica con il 14% in THC ed il 1% in CBD
Le azioni farmacologiche del THC risultano dal suo legame con i recettori cannabinoidi CB1 e CB2 che si trovano principalmente nel sistema nervoso centrale.
Struttura del tetraidrocannabinolo
La presenza di questi recettori specializzati nel cervello ha fatto presupporre agli scienziati che cannabinoidi endogeni vengano prodotti naturalmente nel corpo umano, si sono scoperti infatti numerosi endocannabinoidi tra cui l'Anandamide, l'Arachidonoilglicerolo (2-AG) la Virodamina e molti altri. Il THC stimola il rilascio di dopamina dal nucleus accumbens, provocando nella persona sensazioni di euforia, rilassamento, percezione spazio-temporale alterata, alterazioni uditive, olfattive e visive, disorientamento, stanchezza e stimolazione dell'appetito. Il legame dei cannabinoidi ai recettori CB1 causa un'inibizione presinaptica del rilascio di vari neurotrasmettitori (in particolare dopamina, NMDA e glutammato), una stimolazione delle aree della sostanza grigia periacqueduttale (PAG) e del midollo rostrale ventromediale (RVM), che a loro volta inibiscono le vie nervose ascendenti del dolore. 

Il CBD, invece, interagisce come agonista verso i recettori dei cannabinoidi GPR55, verso i recettori vanilloidi TRPV1 e TRPV2 e verso i recettori per la serotonina 5-HT1a. Il cannabidiolo è inoltre un'antagonista, non specifico, dei recettori cannabinoidi CB1 e CB2, dei recettori per gli oppioidi MOR (μ) e DOR (Δ) e di altri neurotrasmettitori. Secondo una recente ricerca di laboratorio effettuata da un'équipe del California Pacific Medical Center Research Institute, il cannabidiolo potrebbe essere in grado di bloccare il gene Id-1 che provoca la diffusione delle metastasi del cancro al seno, ma anche di altre forme tumorali.


Ad oggi sono tre le principali vie di somministrazione usate per uso medico: orale, dermica ed oculare.  L'assunzione per via orale comprende: 
  • DECOZIONE. E' il più usato. L'assorbimento del THC è quasi completo mentre solo una piccola parte viene trovata nel torrente circolatorio a causa delle caratteristiche intrinseche del principio attivo. Dopo l'assunzione l'effetto farmacologico inizia dopo circa 60 minuti ed il picco si ottiene dopo circa 3 ore. Entrato in circolo il principio attivo viene metabolizzato nel fegato con la formazione del metabolita 11-idrossi-THC. 
  • INALAZIONE. Studi scientifici fanno riferimento all'uso del vaporizzatore "Volcano" in quanto validato scientificamente. La temperatura di estrazione è di circa 210°C, l'assorbimento dei principi attivi avviene molto velocemente, dopo pochi minuti li ritroviamo nel sangue ed anche il picco si raggiunge presto anche se esso è dipendente dal numero di inspirazioni, dalla durata delle inalazioni e dall'intervallo tra esse. Il picco viene raggiunto tra i 45 ed i 60 minuti dall'inalazione e termina dopo circa tre ore.
  • OLIO. E' molto più biodisponibile del decotto ed ha un emivita più lunga dell'inalazione. L'effetto si comincia a vedere con un dosaggio di pochissime gocce.
  • RESINA (Olio di Simpson)  Ha una concentrazione molto alta in principi attivi in quanto il solvente alcolico è molto ridotto e la massa densa comprende quasi interamente THC e/o CBD.

Altri usi della cannabis

La canapa è stata, tra le specie coltivate, una delle poche conosciute fin dall'antichità sia in Oriente che in Occidente. In Cina essa era usata fin dalla preistoria per fabbricare corde e tessuti e più di 2000 anni fa è servita per fabbricare il primo foglio di carta. Nel Mediterraneo già i Fenici usavano vele di canapa per le loro imbarcazioni e nella Pianura Padana la canapa è stata coltivata per la fibra tessile fin dall'epoca romana. Come ho scritto nel primo paragrafo, infatti, la pianta di canapa rappresenta soprattutto una valida materia prima per le industrie di svariati campi: dalla carta alle materie plastiche, dalle vernici ai combustibili.
Esistono molte varietà di canapa e quella utilizzata a scopo ludico/medico, ovvero la cannabis da infiorescenza, non è la stessa varietà che si utilizza in ambito tessile, ad esempio. 
La canapa è una pianta dal fusto alto e sottile, con la parte sommitale ricoperta di foglie, e può superare i 4 metri d'altezza. La parte fibrosa del fusto si chiama "tiglio" e la parte legnosa "canapolo". La canapa può essere coltivata industrialmente per due scopi principali: per la fibra tessile o per i semi. Se si coltiva la canapa per la fibra tessile il raccolto va fatto subito dopo la fioritura e si possono ottenere fibre tessili (20 %), stoppa (10 %) e legno o canapolo(70 %). Se invece si coltiva la canapa per i semi, la parte fibrosa o tiglio è interamente costituita da stoppa, cioè da fibra di qualità inferiore inadatta per l'uso tessile, ma che può sostituire la maggior parte delle fibre industriali. Una importante caratteristica della pianta di canapa è la sua produttività. E' una delle piante più produttive in massa vegetale di tutta la zona temperata: una coltivazione della durata di tre mesi e mezzo produce una biomassa quattro volte maggiore di quella prodotta dalla stessa superficie di bosco in un anno. Molti contadini vogliono riprendere a coltivare la canapa se non altro perchè, data la sua velocissima crescita, essa sottrae la luce e soffoca tutte le altre erbe presenti sul terreno, e lo libera quindi da tutte le infestanti meglio di quanto non sappiano fare i diserbanti. Vediamo i possibili utilizzi industriali:

  • TESSUTI - Più produttiva in fibra tessile del cotone, oggi può essere lavorata in impianti che sostituiscono le lunghe e faticose lavorazioni manuali di un tempo.
    La sua coltivazione richiede pochi pesticidi e fertilizzanti, mentre il cotone specialmente di pesticidi ne richiede moltissimi. Inoltre la fibra della canapa è molto più robusta e dura più a lungo. Attualmente può essere lavorata in modo da renderla sottile quanto si vuole, e viene proposta in sostituzione del cotone e delle fibre sintetiche.
  • SEMI E OLIOOltre che per la fibra tessile può essere coltivata per ricavarne i semi. I semi di canapa contengono proteine di elevato valore biologico nella misura del 24 %, ed un olio nella percentuale dal 30 al 40 %. Per il loro valore nutritivo i semi di canapa sono stati proposti come rimedio alla carenza di proteine dei paesi in via di sviluppo.Le qualità dell'olio di canapa sono eccezionali. E' particolarmente ricco di grassi insaturi ed è l'ideale per correggere la dieta dell'uomo moderno e per prevenire le malattie del sistema cardiocircolatorio. Altrettanto straordinarie sono le proprietà di questo olio per gli usi industriali: non a caso è stato paragonato all'olio di balena. Le vernici fabbricate con questa materia prima, oltre a non essere inquinanti, sono di qualità incomparabilmente superiore rispetto a quelle prodotte con i derivati del petrolio. Con l'olio di canapa si possono inoltre fabbricare saponi, cere, cosmetici, detersivi (veramente biodegradabili), lubrificanti di precisione ecc. 
  • CARTA - Una volta estratta la fibra tessile o dopo aver raccolto di semi, rimangono la stoppa più la parte legnosa o canapolo, che non si possono considerare solo un semplice sottoprodotto, ma un'altra importante materia prima. Con la stoppa si può fabbricare carta di alta qualità, sottile e resistente. Con le corte fibre cellulosiche del legno si può produrre la carta di uso più corrente, come la carta di giornale, i cartoni ecc.
    Fare la carta con la fibra e il legno della canapa comporta importanti vantaggi: innanzitutto per la sua enorme produttività in massa vegetale, e poi perchè la si può ottenere da un'unica coltivazione insieme alla fibra tessile o ai semi.Un altro grosso vantaggio della canapa è costituito dalla bassa percentuale di lignina rispetto al legno degli alberi, che ne contengono circa il 20 % anzichè il 40 %.Attualmente le grandi cartiere utilizzano solo il legname degli alberi. Il processo per ottenere le microfibre pulite di cellulosa, e quindi la pasta per la carta, prevede l'uso di grandi quantità di acidi che servono per sciogliere il legno. Questa operazione, ad un tempo costosa ed inquinante, non è necessaria con la carta di canapa ottenuta dalla sola fibra, e per quanto riguarda il legno di acidi ne servono meno della metà. Inoltre la fibra e il legno della canapa sono già di colore bianco e la carta che se ne ottiene è già stampabile. E per renderla completamente bianca è sufficiente un trattamento al perossido di idrogeno (acqua ossigenata), invece dei composti a base di cloro necessari per la carta ricavata dal legno degli alberi. Questi composti chimici sono una delle cause principali dell'assottigliamento dello strato di ozono nell'alta atmosfera.
  • TAVOLE E LEGNO - Con i fusti interi della canapa, pressati con un collante, si possono fabbricare tavole per l'edilizia e la falegnameria in sostituzione del legno, che sono di grande robustezza, flessibilità ed assai più leggere.
  • MATERIE PLASTICHE - Con la cellulosa di cui la pianta è ricca, attraverso un processo di polimerizzazione, si possono ottenere materiali plastici pienamente degradabili che, se in molti casi non possono competere con le sofisticate materie plastiche di oggi, hanno comunque fin dall'inizio una serie di usi importanti per imballaggi, isolanti e così via.
  • COMBUSTIBILI - La canapa, per la sua alta resa in massa vegetale, è considerata anche la pianta ideale per la produzione di combustibili da biomassa in sostituzione dei prodotti petroliferi. Bruciare combustibili da biomassa anzichè petrolio non fa aumentare l'effetto serra. Infatti l'anidride carbonica viene prima sottratta all'atmosfera durante la crescita della pianta, e poi restituita all'aria al momento della combustione. In questo modo la quantità di anidride carbonica dell'atmosfera non aumenta, al contrario di quello che succede se si bruciano idrocarburi fossili. 

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