lunedì 13 aprile 2020

Un'analisi lucida sul 5g

Per affrontare la questione 5g, tanto discussa in questi giorni, possiamo usare due approcci: umanistico e scientifico. Per quanto rientra nel dominio del primo metodo di analisi possiamo formulare i seguenti quesiti:

 - Come la tecnologia influisce, ed ha influito, sulla nostra società?
 - La politica è influenzata in questa decisione dai colossi delle comunicazioni?
 - I vantaggi per la società delle applicazioni della tecnologia 5g, come l'intelligenza artificiale, superano gli svantaggi?

Personalmente ritengo che la società attuale non sia matura su molti fronti. Troppo spesso mi accorgo di quanto l'indagine filosofica sia messa in secondo piano dalla tecnica. Pare, per alcuni, che il progresso sia esclusivamente lo sviluppo della tecnologia. Non si progredisce o si progredisce meno, invece, dal punto di vista intellettuale. I cambiamenti climatici, le disparità sociali, le guerre, i consumi inutili sono solo alcuni esempi. Ecco perchè credo che una tecnica e una scienza davvero efficaci debbano essere necessariamente affiancate dall'indagine filosofica e dall'approccio intellettuale. Molto spesso a mio parere, invece, gli interessi economici influenzano la politica e anche la scienza.

Potrei dilungarmi per pagine e pagine con queste argomentazioni ma di seguito intendo affrontare la questione dal punto di vista scientifico. Per farlo devo "tirare in ballo" non solo nozioni di fisica ma anche gli studi scientifici disponibili
in cui vengono mostrate delle evidenze sperimentali. Chiunque non abbia la conoscenza di queste nozioni non potrà affrontare la questione senza avere molta probabilità di cadere in strafalcioni. Ecco perchè sul 5g se ne leggono di cotte e di crude e, come al solito, ciò che effettivamente sappiamo è sempre molto meno di ciò che si dice in giro.
Di seguito introdurrò il concetto di campo e di perturbazione elettromagnetica in modo da inquadrare il tipo di fenomeno che stiamo analizzando.

CONCETTO DI CAMPO E DI PERTURBAZIONE ELETTROMAGNETICA
Che cos’è il campo elettromagnetico? È qualcosa che si crea utilizzando antenne e cellulari? Assolutamente no.
In fisica un campo di forza è un campo vettoriale se descrive la presenza di una forza in ogni punto dello spazio. Si tratta di una funzione che associa ad ogni posizione un vettore che ha l'intensità e la direzione della forza. Nel caso del campo gravitazionale la forza è solo attrattiva mentre nel caso del campo elettromagnetico la forza può essere sia attrattiva che repulsiva, a seconda delle cariche. Il campo elettromagnetico è quindi ovunque nello spazio e viene eccitato e perturbato.
Perturbazione, radiazione, onda: stiamo parlando della stessa cosa, ossia dell’eccitazione del campo elettromagnetico. A seconda dell’intensità delle perturbazioni elettromagnetiche possiamo distinguerne diversi tipi:


 - Onde radio: lunghezza d’onda tra i 10km e i 10cm.

 - Microonde: lunghezza d’onda 10cm e 1mm

 - Infrarossi: lunghezza d’onda tra 1mm e 700 nm

 - Luce visibile: lunghezza d’onda tra i 700 e i 400 nm
        a 400 a 430 nm: zona del violetto
 da 430 a 490 nm: zona del blu
da 491 a 560 nm: zona del verde
da 561 a 580 nm: zona del giallo
da 581 a 620 nm:  zona dell'arancione
 da 620 a 700 nm :  zona del rosso

 - Ultravioletto: lunghezza d’onda 400 nm e 10 nm

 - Raggi X: 10nm e 1pm

 - Raggi gamma: ≤1 pm


Ad ogni lunghezza d’onda, che è una misura vera e propria della distanza tra due creste dell’onda e si misura in metri, è associata poi una frequenza. La frequenza si misura in hertz e rappresenta quanto l’onda si ripete in 1 secondo.
Frequenza (f)
Lunghezza d’onda (λ)    
Velocità della luce (c)
Poiché il prodotto della frequenza per la lunghezza d’onda è uguale alla velocità della luce fλ=c si ha che f=c/λ. In altre parole, in un'onda elettromagnetica tra lunghezza d'onda e frequenza esiste un rapporto di proporzionalità inversa: al diminuire dell’una aumenta l’altra.

Come l’orecchio ha dei limiti nella percezione del suono, quindi, l'occhio umano ha dei limiti nella visione della luce ed essa rappresenta infatti una piccola porzione delle onde elettromagnetiche possibili. Le onde comprese nell'intervallo tra la luce visibile e le onde radio hanno poca energia e risultano scarsamente dannose, le radiazioni comprese tra l'ultravioletto e i raggi gamma hanno più energia e sono ionizzanti. Vuol dire che se noi esseri umani veniamo esposti a radiazioni ad alta energia, come quelle generate da un ordigno atomico o da un incidente in una centrale nucleare, radiazioni che si collocano oltre le bande UV quindi, possiamo rilevare dei problemi di salute istantanei e nelle esposizioni più forti anche la morte in breve tempo. Questo avviene perchè le radiazioni ionizzanti interagiscono direttamente con le particelle che ci compongono, liberando elettroni da atomi o molecole. La luce, le onde radio e le radiazioni che hanno distrutto la città di Chernobyl, ad esempio, fanno parte quindi del medesimo fenomeno, ad intensità diverse.
Le radiazioni ionizzanti sono mortali ma siamo sicuri che a lungo andare non ci possa essere un rischio per la salute, anche minimo, sull'esposizione a radiazioni ad energia più bassa? Di seguito risponderò a questa domanda.

Il 5G viaggia su un numero di frequenze più ampio dei suoi predecessori, quindi non solo sulle consuete frequenze radio già proprie dei vecchi 2G, 3G e 4G, ma anche su frequenze più elevate che si spostano nello spettro delle microonde.
Grazie ad una lunghezza d’onda piuttosto elevata le onde radio sono in grado di aggirare ostacoli di medie dimensioni, come alberi e case, ma vengono bloccate da ostacoli più grandi, come le montagne. Il 5g, invece, avrà una frequenza più alta e quindi una lunghezza d'onda minore.


STUDI SCIENTIFICI DISPONIBILI SULL'ESPOSIZIONE A FREQUENZE DEL 5G
Non esistono studi scientifici sull’esposizione di esseri viventi alle frequenze del 5g. Questo vuol dire che il 5g non è dannoso? Assolutamente no, vuol dire che è legittimo dubitare, perchè non è disponibile nemmeno un dato a riguardo. Intendo dissociarmi completamente da ipotesi molto poco probabili o addirittura scientificamente scorrette che circolano sul web ma allo stesso tempo trovo giusto porsi il dubbio. Il fatto che molte persone replichino, a chi mostra preoccupazione, che non esistano studi disponibili sulla dannosità di questa tecnologia, quindi, è ridicolo, in quanto questo fatto mette ancora più in luce che non possiamo avere certezze, né da un lato ne dall’altro.



STUDI SCIENTIFICI DISPONIBILI SULL'ESPOSIZIONE A FREQUENZE DEL 2G E 3G
Ci sono degli studi disponibili, però, sulle esposizioni alle frequenze in uso dagli attuali telefoni. Il primo che intendo citare è stato effettuato in Italia nell'Istituto Ramazzini di Bologna ed è disponibile cliccando qui.

«I ricercatori dell’Istituto Ramazzini hanno riscontrato aumenti statisticamente significativi nell’incidenza degli schwannomi maligni, tumori rari delle cellule nervose del cuore, nei ratti maschi del gruppo esposto all’intensità di campo più alta, 50 V/m. Inoltre, gli studiosi italiani hanno individuato un aumento dell’incidenza di altre lesioni, già riscontrate nello studio dell’NTP: l’ iperplasia delle cellule di Schwann sia nei ratti maschi che femmine e gliomi maligni (tumori del cervello) nei ratti femmine alla dose più elevata. Tutti i livelli di esposizione usati in questo studio sono inferiori al limite statunitense FCC per la massima esposizione concessa per la popolazione. In altre parole, se un ripetitore emette questa quantità di radiazioni, è considerato conforme rispetto a tutti i regolamenti e alla legislazione degli Stati Uniti. Nello studio del Ramazzini, 2.448 ratti Sprague-Dawley sono stati esposti a radiazioni GSM da 1.8 GHz (quelle delle antenne della telefonia mobile) per 19 ore al giorno, dalla vita prenatale (cioè durante la gravidanza delle loro madri) fino alla morte spontanea. Lo studio comprende dosi ambientali (cioè simili a quelle che ritroviamo nel nostro ambiente di vita e di lavoro) di 5, 25 e 50 V/m: questi livelli sono stati studiati per mimare l’esposizione umana full-body generata da ripetitori, e sono molto più basse rispetto a quelle usate nello studio dell’NTP americano. […] Le dosi dell’NTP sono state stabilite per mimare l’esposizione localizzata sui tessuti corporei proveniente da un cellulare posto vicino al corpo, e sono quindi decisamente più elevate di quelle dell’Istituto Ramazzini. Nonostante queste differenze, entrambi gli studi hanno rilevato aumenti statisticamente significativi nello sviluppo dello stesso tipo di tumori maligni molto rari del cuore nei ratti maschi trattati e del cervello nelle femmine. “Il nostro studio conferma e rafforza i risultati del National Toxicologic Program americano; non può infatti essere dovuta al caso l’osservazione di un aumento dello stesso tipo di tumori, peraltro rari, a migliaia di chilometri di distanza, in ratti dello stesso ceppo trattati con le stesse radiofrequenze. Sulla base dei risultati comuni, riteniamo che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) debba rivedere la classificazione delle radiofrequenze, finora ritenute possibili cancerogeni, per definirle probabili cancerogeni.”
“E’ molto importante sottolineare il fatto che studi epidemiologici (cioè studi sulla popolazione) hanno trovato lo stesso tipo di tumori delle cellule di Schwann (cellule di rivestimento dei nervi) nei forti utilizzatori di telefoni cellulari” afferma ancora la Dott.ssa Belpoggi. “Sebbene l’evidenza sia quella di un agente cancerogeno di bassa potenza – prosegue – il numero di esposti è di miliardi di persone, e quindi si tratta di un enorme problema di salute pubblica, dato che molte migliaia potrebbero essere le persone suscettibili a danni biologici da radiofrequenze. Inoltre – continua Belpoggi – i nostri dati 
rafforzano la richiesta di adottare precauzioni di base a livello globale.»


C'è da dire che la peer review dello studio afferma che i dati ottenuti dai ricercatori del Ramazzini sono in qualche modo falsati: 

“questo dato (aumento di tumori rari nei ratti maschi) risulta significativo perché, nell’arco di due anni, nessuna cavia nel gruppo di controllo maschile (quello 0%) ha sviluppato quel tipo di tumore. E questo, in realtà, è strano, perché generalmente ci si attenderebbe che tra i ratti maschi – anche non irraggiati – si presenti comunque qualche caso. Cosa che al contrario è avvenuta, come atteso, tra le cavie femmine (per cui infatti non si riscontrano differenze significative nell’insorgenza di tumori tra le cavie esposte e quelle non esposte).  In sostanza, il risultato nei maschi è significativo solo perché, casualmente, nel gruppo di controllo non irraggiato da onde elettromagnetiche non è stato riscontrato alcun tumore e questo ha in qualche modo sovrastimato i rischi.”

Il secondo studio che intendo citare è stato effettuato dal National Toxicology Program americano e i risultati sono disponibili qui.


«Gli studi NTP hanno scoperto che un'elevata esposizione alla RFR (900 MHz) utilizzata dai telefoni cellulari era associata a:

- Chiara evidenza di tumori nei cuori dei ratti maschi. I tumori erano schwannomi maligni.

- Alcune prove di tumori nel cervello di ratti maschi. I tumori erano gliomi maligni.

 - Alcune prove di tumori nelle ghiandole surrenali dei ratti maschi. I tumori erano feocromocitoma combinato benigno, maligno o complesso.



Non era chiaro se i tumori osservati negli studi fossero associati all'esposizione alla RFR nei ratti femmine (900 MHz) e nei topi maschi e femmine (1900MHz).

I risultati si basano sulle quattro categorie di prove dell'NTP secondo cui una sostanza può causare il cancro: prove chiare (il più alto), alcune prove, prove equivoche, nessuna prova (il più basso).

Come follow-up, NTP ha pubblicato un articolo nell'ottobre 2019 che ha valutato il danno al DNA in tre regioni del cervello, del fegato e delle cellule del sangue in ratti e topi che sono stati rimossi in un punto temporale precedente dallo studio tossicologico in corso di 2 anni . Il danno al DNA, se non riparato, può potenzialmente portare a tumori. Questo lavoro è stato anche incluso nelle relazioni tecniche pubblicate da NTP, ma questo studio include analisi dei dati nelle informazioni di supporto non incluse nelle relazioni tecniche.

Gli scienziati della NTP hanno scoperto che l'esposizione alla RFR era associata ad un aumento del danno al DNA. Nello specifico, hanno scoperto che l'esposizione a RFR era collegata ad aumenti significativi del danno al DNA in:



 - la corteccia frontale del cervello nei topi maschi

 - le cellule del sangue di topi femmine 
- l'ippocampo di ratti maschi.


Ci sono molti fattori che influenzano se il DNA danneggiato porterà a tumori. NTP prevede di condurre ulteriori studi per saperne di più su come la RFR potrebbe causare danni al DNA.»



RIASSUMENDO
Non esistono studi sull'esposizione alle frequenze del 5g e gli studi sulle frequenze in uso dagli attuali telefoni evidenziano delle correlazioni nello sviluppo di determinati tumori. Attenzione: la correlazione non ha necessariamente un rapporto di causalità! Ciò nonostante io credo che sia doveroso indagare ulteriormente tali correlazioni e soprattutto effettuare studi sulle frequenze del 5g PRIMA di installare le antenne e non DOPO, perchè attualmente non abbiamo elementi per affermare che questa tecnologia non porti pericoli. 

Come afferma l'associazione italiana di fisica medica: dobbiamo, come sempre, affrontare il rapporto rischio-beneficio, cercando di fare pressione perché i rischi/benefici reali siano valutati e affrontati scientificamente e razionalmente, senza vincoli se non quello dell’onestà intellettuale.

Dissociandomi quindi da qualsiasi ipotesi priva di fondamento scientifico, invito chiunque a dubitare ed a fare pressione perchè vengano approfondite in totale trasparenza eventuali rischi, anche bassi, di questa nuova tecnologia. Invito inoltre tutti a fare entrare il processo filosofico all'interno di quello tecnico, così da avere a disposizione in futuro una tecnologia che sia sostenibile con l'uomo ed il pianeta.

1 commento:

  1. Molto interessante. Da approfondire la parte “filosofica” sull’utilizzo di questa tecnologia.

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